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Informatica

IBM mostra l'hard-disk atomico: 1 bit stipato in un singolo atomo

IBM Research ha dimostrato che è possibile inserire un bit di dati all'interno di un singolo atomo. Un esperimento affascinante ma che potrà essere commercializzato solo in un futuro non troppo vicino

La corsa per l'avanzamento tecnologico non si ferma mai e IBM ha dimostrato che è possibile inserire dati anche in un singolo atomo. Ad oggi gli hard-disk tradizionali hanno bisogno di circa 100 mila atomi per immagazzinare un solo bit, ma lo scorso mercoledì il team IBM Research ha annunciato di quanto si possa ancora spingere in via teorica la tecnologia. Un esempio? Se oggi puoi inserire, più o meno, tutta la tua libreria personale in una micro-SD, con la nuova tecnica di IBM puoi salvare nello stesso spazio tutto il catalogo di iTunes da 26 milioni di brani.

Secondo IBM, lo storage "a livello atomico" può cambiare radicalmente il modo in cui sono realizzati i dispositivi informatici. Orologi o anelli potranno contenere tutti i dati personali di chi li indossa, mentre le aziende potranno mantenere in sede un numero ben superiore di informazioni senza affidarsi a terzi. Ma ragioniamo in ottica futura: gli algoritmi di intelligenza artificiale hanno bisogno di attingere ad un database di informazioni che aumenta costantemente in dimensioni nel corso del tempo. Lo storage atomico potrebbe essere indispensabile per lo sviluppo.

http://www.hwupgrade.it/news/storage/
ibm-mostra-l-hard-disk-atomico-1-bit-stipato-in-un-singolo-atomo_67583.html



Il progetto si avvicina alla visione di Richard Feynman, pioniere del computer quantistico, che nel 1983 sosteneva che fosse possibile "realizzare dispositivi informatici in cui i numeri sono rappresentati da un gruppo di atomi, ed ogni atomo può esistere in ciascuno dei due stati". Le prospettive di sviluppo sono enormi, ma come spesso avviene con annunci simili bisogna sedare sin da subito gli animi. Il team di ricerca di IBM sta vagliando le possibilità dello storage atomico, ma da qui alla commercializzazione del primo prodotto potrebbero passare decenni.

"Questo lavoro non fa parte dello sviluppo di un prodotto", ha dichiarato Chris Lutz, ricercatore presso IBM Research. "È una ricerca di base che ha il compito di sviluppare strumenti e capire cosa avviene con la miniaturizzazione di dispositivi fino ad arrivare al limite ultimo dell'atomo individuale. Stiamo partendo dai singoli atomi e da qui capiremo come inventare nuove tecnologie di informazione". In altre parole, IBM deve rendere il concept producibile in maniera economica, e soprattutto offrire prestazioni coerenti con l'avanzamento delle tecnologie standard.

La stabilità è un'altra componente essenziale in un prodotto che si cura dell'archiviazione dei contenuti: durante l'esperimento il dispositivo ha resistito per tutta la durata (un'ora), ma per essere commercializzabile un hard-disk deve essere pienamente affidabile almeno per parecchi anni. Il concept è stato sviluppato nel laboratorio di ricerca di Almaden, in California, e i risultati pubblicati su Nature. Il dispositivo utilizza un singolo atomo di olmio accuratamente posizionato su una superficie speciale di ossido di magnesio e un microscopio specifico manda dei segnali elettrici per provocare il cambio di stato, che corrisponde al passaggio dall'1 allo 0 e viceversa.

Si tratta di un piccolo passo per quanto riguarda lo storage atomico, ma comunque una dimostrazione molto importante che può trovare destinazioni d'uso decisamente interessanti (come il salvataggio di informazioni direttamente nel DNA). Un piccolo passo mosso dalla forte volontà di IBM di innovare in settori informatici che possiamo considerare alternativi, e che probabilmente apriranno le porte al computer di domani. Ma per adesso non possiamo che accontentarci delle nostre semplici e comuni unità a stato solido.

 

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